
Meloni: “Nessun conflitto con la magistratura”
AGI – Giorgia Meloni si dice “sorpresa che l’Anm parli di scontro” e puntualizza che “rafforzare la terzietà del giudice non vole dire un’aggressione alla magistratura”, e dice ancora che “consiglio prudenza” e “non mescolare temi” come quelli che tengono banco in questi giorni sui temi dei rapporti di politica e giustizia. Nella conferenza stampa al termine del vertice Nato, il presidente del Consiglio non si sottrae alla domanda di attualità degli inviati e spiega anche di essere “convinta che la maggioranza dei magistrati non pensi in termini di ‘noi siamo i Guardiani contro il Male'”.
“Non c’è alcuna volontà di aprire un conflitto. Non da parte mia”. La premier entra sul tema che tiene banco in Italia e avverte che “si rischia di scivolare su un dibattito che non aiuta” perché “non penso che vada messo insieme quello che il governo ha nel proprio programma sulla giustizia e le scelte che i magistrati fanno su casi specifici”.
Dunque la riforma della giustizia andrà avanti, “non contro i magistrati”, anzi “speriamo – aggiunge il presidente del Consiglio – di poterlo fare con il contributo dei magistrati”. Quanto al caso Santanché osserva tra l’altro che “si tratta di una questione complessa che non compete alle trasmissioni tv” e rileva, ragionando su ipotetici scenari futuri, che “un avviso di garanzia non rende automatiche le dimissioni di un ministro”.
Sulla giustizia “noi abbiamo un programma chiaro, abbiamo un mandato che ci è stato dato dai cittadini, e lo realizzeremo perché siamo persone che mantengono gli impegni e perché conveniamo tutti sul fatto che in Italia la Giustizia abbia bisogno di correttivi, che vada resa più veloce, più efficiente, che abbia necessità di essere e di apparire imparziale”.
“Mi ha sorpreso” infine “che in queste ore in alcune dichiarazioni dell’Anm si siano collegati gli obiettivi del nostro programma della Giustizia a uno scontro tra governo e magistratura, quasi come se queste nostre posizioni, che portiamo avanti da sempre, avessero una sorta di intento punitivo da parte del governo nei confronti della magistratura, e sinceramente non capisco”.
Vilnius, conferenza stampa. Seguitemi in diretta. https://t.co/W5jr8fQnQn
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni)
July 12, 2023
Caso Leonardo La Russa, Santanché e Dalmastro
Quanto al caso che coinvolge Leonardo La Russa, Meloni dice “comprendo ma non sarei intervenuta”. E ancora: “Tendo a sodalizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi”.
Quanto al caso Santanché osserva tra l’altro che “si tratta di una questione complessa che non compete alle trasmissioni tv” e rileva, ragionando su ipotetici scenari futuri, che “un avviso di garanzia non rende automatiche le dimissioni di un ministro”.
La questione Delmastro “mi ha colpito, è una questione politica. Nei suoi confronti vi è una imputazione coattiva contro il parere del pm”
Pnrr
A proposito del Pnrr, il presidente del Consiglio manifesta “ottimismo sulla terza rata e sulle modifiche alla quarta“. “Il ministro Fitto sta facendo un ottimo lavoro. Se posso dire – osserva – vedo molto piu’ allarmismo sul fronte italiano che all’esterno, e non so quanto aiuti – ammonisce – questa posizione”.
“L’opposizione fa il suo lavoro, ne ho rispetto, ma noi lavoriamo su un piano che – torna a ribadire Meloni – non avevamo scritto noi. Ci sono alcune cose che per la Commissione non vanno bene, ma – rileva – non possono essere imputate a noi”. “Ci piacerebbe avere una mano invece di fare allarmismo che non aiuta”, manda poi a dire ai critici in Italia.
Il conflitto in Ucraina
“Senza garanzie di sicurezza” per l’Ucraina sarebbe “molto difficile arrivare alla pace”. Quello delle garanzie di sicurezza, ha sottolineato la premier, è quindi “un tema propedeutico a favorire il processo pace e come Italia abbiamo lavorato a sostenere queste garanzie”.