armi-autonome,-perche-servono-regole-condivise

Armi autonome, perché servono regole condivise

AGI – Si chiamano armi “autonome”, una definizione che lascia spazio all’immaginazione per le implicazioni che l’uso di strumenti difensivi e offensivi dotati di intelligenza artificiale possono avere. E le preoccupazioni sono fondate, al punto che la comunità internazionale si ritroverà a Vienna lunedì in una conferenza con l’obiettivo di arrivare a una regolamentazione condivisa dei sistemi d’arma con intelligenza artificiale (IA) integrata.

Per un lungo decennio c’è stato un gruppo di esperti inviati dai governi nel quadro della cosiddetta “Convenzione su alcune armi convenzionali” (1980) che discute su come regolamentare le armi autonome, senza che vi sia consenso per un mandato per negoziare norme internazionali vincolanti.

Di fronte alla crescente velocità dello sviluppo e dell’uso dell’intelligenza artificiale, il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha avvertito che “l’umanità è a un bivio”.

Nel suo discorso a circa 900 delegati provenienti da 142 paesi riuniti nella capitale austriaca, il ministro ha riconosciuto che la politica e la diplomazia sono “sempre indietro” rispetto all’evoluzione tecnologica.

Momento Oppenheimer

Secondo Schallenberg, il mondo sta affrontando un “momento Oppenheimer”, riferendosi alla fabbricazione della prima bomba nucleare nel 1945 sotto lo scienziato Robert Oppenheimer, e al successivo tentativo di prevenire la proliferazione incontrollata di tale tecnologia in tutto il mondo.

“Abbiamo una piccola finestra di opportunità e dovremmo sfruttarla. Non dobbiamo perdere questa possibilità”, ha detto il ministro. “Ora è il momento di creare regole e norme internazionali”, ha concluso Schallenberg. Al centro del dibattito non c’è solo la possibile proliferazione incontrollata di queste armi sempre più sofisticate, ma anche le responsabilità giuridiche associate, come il ruolo degli esseri umani nella gestione e nella manipolazione di questi sistemi.

 

Per il momento, questi problemi sono difficili da risolvere in assenza di consenso tra le grandi potenze in un mondo sempre più polarizzato e diviso. Gli Stati Uniti, sede delle principali aziende produttrici di armi e di alcune delle principali aziende di intelligenza artificiale, sono preoccupati per i rischi di queste armi, ma sono riluttanti a firmare accordi legalmente vincolanti, quindi stanno scommettendo di più sui codici di buona condotta.

Altre grandi potenze militari, come la Cina, l’India e la Russia, sono ancora più riluttanti a regolamentare, ha detto un diplomatico europeo a EFE durante la conferenza. I Paesi europei, nel frattempo, “sono intrappolati tra le due posizioni”, ha spiegato la fonte a condizione di anonimato, riferendosi all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, che minaccia la sicurezza europea.

Costa Rica lavora a una convenzione internazionale

Tra gli invitati alla conferenza – che non intende prendere decisioni specifiche – c’era anche il ministro degli Esteri del Costa Rica, Arnoldo André Tinoco, il cui governo sta promuovendo a livello regionale la ricerca di norme e regolamenti per il controllo di queste armi. “L’idea è quella di creare, attraverso questa conferenza e altre conferenze regionali, la consapevolezza nella comunità degli Stati sulla necessità di regolamentare le armi autonome, al fine di arrivare alla stesura di una convenzione internazionale”, ha detto Tinoco a EFE.

“Il progresso dell’IA è evidente, lo stiamo vedendo nei conflitti armati di oggi. Le armi autonome non sono un’invenzione del futuro, vengono utilizzate oggi. È il momento giusto per fermarne l’uso indiscriminato”, ha detto il ministro.

Mirjana Spoljaric Egger, presidente della Croce Rossa Internazionale, ha affermato che l’IA ha il potenziale per gli esseri umani di “perdere il controllo sull’uso della violenza”. Dal punto di vista del diritto internazionale umanitario, si tratta di “una grande sfida, per non dire problematica”, ha affermato il capo della Croce Rossa Internazionale, avvertendo che molti eserciti, soprattutto nei Paesi più grandi, investono molto nell’IA per supportare i sistemi d’arma.

Per Egger, la semplice esistenza di una regolamentazione internazionale, anche senza la partecipazione di alcuni grandi paesi, avrà un impatto significativo.

Al termine della conferenza di martedì, la presidenza austriaca della riunione prevede di pubblicare una sintesi degli interventi per evidenziare i punti chiave necessari per un futuro strumento giuridico in grado di regolamentare le armi autonome. 

 

Categorie