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IA: Mantovano, sia posta al servizio migliore funzione diritti

AGI – “Oggi l’IA è al centro del dibattito politico nazionale, europeo e internazionale per la sua capacità pervasiva, perché è un fenomeno che ha un’estrema rapidità di sviluppo: nessuna demonizzazione, sia chiaro, l’IA darà un contributo positivo per migliorare molti aspetti della nostra vita, pensiamo alla sanità ma anche alla semplificazione nella fruizione di alcuni diritti fondamentali”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenuto oggi al G7 delle Avvocature in corso a Roma e dedicato al tema dell’intelligenza artificiale.

 

“Come per ogni strumento umano – ha sottolineato però Mantovano – l’IA presenta un dark side: contiene semi di ogni specie e germi di ogni vita. Tra i semi più pericolosi ci sono la lesione della riservatezza, le nuove forme di vulnerabilità digitale, l’apertura di piste per il riciclaggio, la creazione e propagazione fake news. A riguardo, l’IA concettualmente non porta nulla di nuovo rispetto alla disinformazione dei regimi totalitari, ma può aumentare a dismisura il potenziale offensivo, influendo sul processo di manifestazione della libertà democratica. Il tema della proporzione dei controlli è quindi centrale”. 

 

Per Mantovano, quindi, “è cruciale individuare criteri etici e giurisdizionali condivisi sia per l’utilizzo dell’IA sia per determinare precetti e sanzioni per chi se ne discosti. A breve – ha ricordato – il Consiglio dei Ministri varerà un disegno di legge con i principi a cui dovrà ispirarsi l’uso dell’IA, contemperando le potenzialità e i controlli necessari per programmare gli algoritmi”.

 

Altra “voce fondamentale”, ha aggiunto, “è la progressiva disumanizzazione della società e del diritto, ed è per questo che la supervisione dell’uomo deve continuare a esser centrale: la democrazia non può essere tecnocrazia, il diritto non può ridursi all’applicazione di algoritmi” e “gli avvocati devono essere in prima linea per vigilare che l’IA sia posta al servizio della migliore fruizione dei diritti, che tuteli l’interesse pubblico senza torsioni orwelliane. Lo strumento cambierà la professione forense, si perderanno funzioni che erano consuetudine, ciò che non deve cambiare – ha concluso il sottosegretario – è il ruolo di sentinella che gli avvocati continueranno a svolgere”. 

 

 

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