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L’Italia cresce più dell’Europa. Ma l’economia globale resta fragile

AGI – La crescita del Pil italiano dovrebbe essere dell’1,2% nel 2023 e dell’1% nel 2024. È la previsione dell’Ocse, contenuta nell’Economic Outlook diffuso oggi. Nel precedente rapporto, datato novembre, l’Ocse prevedeva un 0,2% per il 2023 e sempre 1% nel 2024.

“Dopo una contrazione nel quarto trimestre del 2022 – afferma l’Ocse – il Pil reale è aumentato dello 0,6% nel primo trimestre del 2023. I recenti indicatori indicano una crescita modesta nel breve termine. Mentre la produzione industriale e le vendite al dettaglio rimangono contenute, la fiducia delle imprese e dei consumatori si è rafforzata rispetto agli ultimi mesi. Il tasso di disoccupazione è storicamente basso, i posti vacanti sono alti e l’occupazione continua a crescere in modo robusto, nonostante la diminuzione della popolazione in età lavorativa. Il vivace mercato del lavoro e i recenti ribassi dei prezzi dell’energia stanno stabilizzando i redditi reali delle famiglie, sostenendo una modesta ripresa dei consumi privati nella prima metà del 2023. Si prevede che il Pil reale crescerà modestamente nel 2023-24 nonostante i recenti cali dei prezzi dell’energia e del previsto rafforzamento della spesa relativa a Next Generation Eu”.

Inflazione ancora troppo alta 

“L’alta inflazione – è il giudizio – sta erodendo i redditi reali data la crescita salariale contenuta, le condizioni finanziarie si stanno inasprendo e l’eccezionale sostegno fiscale correlato alla crisi energetica si sta gradualmente riducendo, pesando sui consumi privati e sugli investimenti. I risparmi accumulati dalle famiglie rimangono elevati, il che potrebbe favorire un più rapido rimbalzo di domanda interna di quanto attualmente previsto. Al contrario, i ritardi nell’attuazione del Pnrr potrebbero ridurre la crescita del Pil. Poiché gli effetti dell’inasprimento della politica monetaria stanno iniziando a farsi sentire, il sostegno fiscale legato all’energia a famiglie e imprese è in fase di ridimensionamento, l’orientamento della politica macroeconomica sta diventando restrittivo. Negli anni a venire sarà’ necessario un consolidamento continuo per porre il rapporto debito/PIL su un percorso più sostenibile. I piani di consolidamento dovrebbero includere misure ambiziose per combattere l’evasione fiscale e revisioni complete della spesa per aumentare l’efficienza della spesa pubblica”.

L’Ocse prevede un’inflazione al 6,4% in Italia nel 2023 e al 3% nel 2024, confermando sostanzialmente le previsioni dello scorso novembre. I dati sono contenuti nell’Economic Outlook diffuso oggi. Resterà elevata l’inflazione ‘core’ – esclusa energia, cibo alcol e tabacchi – vista al 5,2% nel 2023 (in precedenza era atteso un calo al 4,3%) e al 3,6% nel 2024 (contro il 3,1% della previsione di novembre). In calo il tasso di disoccupazione, previsto all’8,1% nel 2023 e nel 2024 mentre in precedenza era fissato all’8,3% e 8,5%.

Grande incertezza per l’Eurozona

L’incertezza rimane elevata nell’Eurozona, la crescita del Pil nel primo trimestre del 2023 è stata dello 0,1% e per l’intero anno si prevede un aumento dello 0,9%. Lo afferma l’Economic Outlook dell’Ocse diffuso oggi. Il dato sul Pil è migliore rispetto alla previsione del 0,5% fatta sei mesi fa, ma è comunque un netto rallentamento rispetto al 3,5% del 2022. Per il 2024 la previsione di crescita è ora dell’1,5% ( 1,4% in precedenza). Quanto all’inflazione l’Ocse prevede un 5,8% nel 2023 e 3,2% nel 2024 (da 6,8% e 3,4%), mentre l’inflazione core è attesa al 5,4% nel 2023 e 3,6% nel 2024 (da 4,7% a 3,1%).

Nuovi aumenti dei tassi all’orizzonte 

“La Bce ha continuato a inasprire la politica monetaria, ma sono necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per ridurre durevolmente le pressioni inflazionistiche sottostanti che spingono verso l’alto l’inflazione core. È probabile che un periodo di crescita sotto il trend sia necessaria per contribuire a ridurre le pressioni sulle risorse, compresi gli effetti a breve termine della spesa pubblica addizionale associata al programma Next Generation EU. Il tasso di rifinanziamento principale dovrebbe salire al 4,25% nel terzo trimestre del 2023 e rimanere invariato per il resto del periodo considerato“.

Lo afferma l’Economic Outlook dell’Ocse, confermando la previsione di crescita dei tassi già contenuta nel precedente rapporto diffuso a novembre 2022. Il tasso attuale di rifinanziamento è del 3,75%.

Economia globale in difficoltà

L’economia globale sta migliorando dopo un periodo difficile, ma la ripresa è fragile e la strada per una crescita forte e sostenibile è ancora lunga. Lo afferma l’Ocse nell’Economic Outlook diffuso oggi. L’organizzazione rivede leggermene al rialzo le previsioni di crescita mondiale per il 2023, dal 2,2% del rapporto precedente al 2,7%, mentre per il 2024 si passa dal 2,7% al 2,9%. 

Pnrr in “netto ritardo”

“La spesa dei fondi Next Generation Eu è in netto ritardo, con la spesa cumulata alla fine del 2022 che era di circa il 50% inferiore ai piani di spesa iniziali, il che riflette principalmente ritardi nell’attuazione di progetti di investimento pubblico. La priorità dovrebbe essere quella di sostituire rapidamente progetti non fattibili con progetti fattibili e rafforzare la capacita’ della pubblica amministrazione di gestire in modo efficiente e realizzare i progetti di spesa pubblica previsti dal Pnrr”. Lo afferma l’Ocse nell’Economic Outlook diffuso oggi

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