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Riforme: muro Pd su premierato. Schlein, 2 giugno in piazza

AGI – Fare da argine, “con i propri corpi e con le proprie voci” alla riforma del premierato. Elly Schlein si presenta all’assemblea dei senatori del Partito democratico nel giorno in cui comincia nell’Aula del Senato la discussione sulle riforme istituzionali e ne approfitta per lanciare la manifestazione nazionale del 2 Giugno, festa della Repubblica. La mobilitazione, si apprende, si terrà a Roma, probabilmente a Piazza del Popolo, già teatro della mobilitazione del Pd l’11 novembre scorso. In quell’occasione i dem portarono in piazza circa 50 mila persone e la speranza è, almeno, di eguagliare il risultato.

 

“Vi chiedo di mobilitarci in modo forte: il due giugno faremo una manifestazione sulla Costituzione e l’Europa federale contro il premierato e l‘autonomia differenziata”, dice Schlein ai senatori dem. Il messaggio, tuttavia, è rivolto a tutta la comunità del Pd e oltre. È chiaro, spiega la segretaria, che la destra sta accelerando per poter mettere sul piatto della campagna elettorale la riforma del premierato. Dunque, è il ragionamento, bisogna rilanciare portando la battaglia per la costituzione fuori dal Parlamento. Alle spalle della segretaria, nella sala della Commissione Difesa del Senato, campeggia una citazione da Sandro Pertini.

 

A leggerla ai senatori è il capogruppo Francesco Boccia: “Dietro ogni articolo della Costituzione ci sono centinaia di giovani morti nella Resistenza ed è per questo che dobbiamo difenderla, costi quel che costi”. facendo seguito alle parole del Presidente partigiano, Schlein lancia il suo appello: “Usiamo i nostri corpi e le nostre voci per fare muro rispetto a questo tentativo. Cercano di avanzare sul pericoloso terreno del premierato e della autonomia differenziata per avere qualcosa da sbandierare in campagna elettorale. È pericoloso perché si parla delle regole costituzionali che tengono in piedi la democrazia”. Portare questa mobilitazione nel Paese, d’altra parte, appare ai dem come una delle ultime frecce rimaste all’arco.

 

“Noi del Pd in commissione ce l’abbiamo messa tutta per aprire un confronto vero”, dice il capogruppo in Commissione Affari Costituzionali, Andrea Giorgis.

 

“A fronte di questo nostro atteggiamento abbiamo trovato silenzio o l’arroganza di chi dice che sta dando seguito agli impegni di campagna elettorale. Come se la costituzione possa essere oggetto di campagna elettorale. Anche quando ci siamo resi conto che i nostri argomenti facevano breccia, abbiamo assistito a un silenzio imbarazzato”, aggiunge il senatore dem. Sul silenzio della maggioranza si sofferma anche il capogruppo Francesco Boccia: “Anziché partecipare a convegni di propaganda come quello di oggi alla Camera”, dice Boccia, “la maggioranza di Giorgia Meloni farebbe meglio a confrontarsi in Parlamento dove, invece, si iscrivono solo 9 senatori in discussione generale. La verità è una sola: rischiamo di dire addio alla nostra repubblica parlamentare per mettere tutto il potere nelle mani di Giorgia”.

 

A contestare la scelta del Pd di portare la mobilitazione in piazza il 2 giugno è il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Schlein e compagni non rispettano nemmeno la Festa della Repubblica del 2 Giugno e vogliono, in quella data, fare una ulteriore manifestazione contro le riforme in discussione in Parlamento per modernizzare la Repubblica. Calpestano le date con un teppismo istituzionale degno di miglior causa”.

 

A rispondere è ancora Boccia: “Dico a Gasparri che non siamo certo noi i teppisti istituzionali ma piuttosto coloro che non avendo scritto la nostra Costituzione pensano oggi di stravolgerla. Manifesteremo il 2 giugno, con grande rispetto delle iniziative e della Festa che si svolgeranno quel giorno, proprio per ricordare le radici della nostra Costituzione che ci ricorda che la nostra è una Repubblica parlamentare”.

 

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