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Salvini difende Putin, scontro con Tajani. Poi si corregge

AGI – “In Russia hanno votato, ne prendiamo atto. Quando un popolo vota ha sempre ragione, le elezioni fanno sempre bene, sia quando uno le vince, sia quando uno le perde”. Parola di Matteo Salvini, all’indomani della rielezione di Vladimir Putin in Russia. Dopo l’indignazione per la mancata condanna del regime di Mosca per l’assassinio di Aleksej Navalny, una nuova bufera si scatena sul vice premier leghista per le posizioni espresse in merito alle presidenziali russe, consultazione elettorale su cui larga parte della comunita’ internazionale ha sollevato forti dubbi per legittimità e trasparenza delle modalità di voto.

 

Questa volta interviene direttamente l’altro vice premier, il forzista Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri fa riferimento al suo commento diffuso già nella serata di domenica, quando ha voluto sottolineare che le “elezioni in Russia non sono state né libere né regolari”. “Sono il ministro degli Esteri e ho espresso la mia posizione” sul voto in Russia “ieri sera”, scandisce Tajani, “non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto ho detto, le elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti e anche violente. Navalny è stato escluso da queste elezioni con un omicidio, abbiamo visto le immagini dei soldati nelle urne, non mi sembra che sia un’elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi”.

 

Passa poco meno di un’ora dalla presa di distanza del titolare della Farnesina, e arriva una nota della Lega a correggere il tiro sul voto russo. “In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c’è niente da festeggiare””, si sottolinea nel comunicato inviato da via Bellerio. Ma la ‘correzione’ non basta a fermare l’ondata di indignazione tra le opposizioni, che chiedono l’intervento della premier Giorgia Meloni.

 

“La posizione del governo è molto chiara, il centro destra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell’unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo. Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa”, ha affermato il presidente del Consiglio in un passaggio di una intervista ad Agorà. 

 

“Chiedo a Salvini: va bene quindi votare con le urne trasparenti e i militari che controllano il voto nei seggi? Sono curioso di conoscere la sua risposta e di sapere se i suoi alleati di governo la pensano alla stessa maniera”, ha osservato il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia. “Salvini, ti suggerisco di ripassare le basi”, ha affermato il leader di Azione Carlo Calenda. “Quando un popolo vota nel contesto di una democrazia liberale, libertà di espressione, associazione, stampa e magistratura indipendente, il risultato va riconosciuto. La democrazia senza stato di diritto non esiste. La Russia è una dittatura e le elezioni sono una farsa. Punto”.

 

Il capogruppo di Italia viva al Senato Davide Faraone ha risposto con ironia: “Sì il popolo ha sempre ragione, soprattutto quando vota coi soldati che entrano col fucile dentro la cabina elettorale per controllare il voto, quando azzerano tutte le alternative perché fanno fuori gli avversari politici”. “Nessun stupore per le incredibili parole di Salvini sulle elezioni russe, d’altronde sulla Piazza Rossa con la t-shirt con l’immagine di Putin soldato c’era il leader leghista che in un’altra occasione aveva proposto pure di scambiare mezzo Putin per due Mattarella”, afferma Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra.

 

Critiche anche dai socialisti e i popolari Ue. Le dichiarazioni di Salvini sul voto in Russia “dimostrano ancora una volta che l’estrema destra in Europa è amica di Putin e di coloro che vogliono distruggere l’Europa”, ha commentato lo Spitzenkandidat Nicolas Schmit. “I leader uccisi dell’opposizione ora non possono spiegare a Matteo Salvini perché hanno perso. Ma la storia risponderà, come ha fatto, con la caduta di tutti i dittatori. E poi, ministro Salvini, lei si vergognerà di queste parole sulla vittoria di Putin”, afferma l’eurodeputata lituana Rasa Jukneviien, vicepresidente del gruppo e responsabile per gli affari esteri del Ppe. 

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